Madeleine
Madeleine è un profumo, un colore, un dolce, un suono, un gesto, un luogo; è ciò che Proust definisce “un’intermittenza del cuore”, qualcosa che ci evoca un ricordo passato, qualcosa che ci mette in contatto con una memoria.
Con questo storytelling si vuole evitare che la memoria dei luoghi venga irrimediabilmente perduta, come Proust, attraverso “un’epifania” si desidera recuperare e mantenere la memoria del passato cogliendo così l’essenza della vita, poiché se il passato viene dimenticato anche il presente perde il suo significato.
La memoria impalpabile, sfuggente, difficilmente tangibile, un inseguirsi di anime che solo a tratti diventano reali, effimere come un ramo di mimosa e allo stesso tempo eterne.
Il tempo, anch’esso intangibile, evanescente, difficile da fermare, è il custode della memoria, la contiene e la tramanda attraverso gli animi delle persone che diventano strumenti responsabili della storia.
Ed infine l’attesa dei luoghi che a volte diventa solitudine, ma mai disperazione, la forza delle energie che li abitano che diviene speranza, così quella sensazione di solitudine si trasforma in sguardo che scruta, in cuore che scandisce il tempo e aspetta e in braccia che accolgono, contengono e proteggono e poi risate e canti, a volte qualche lacrima e come in un film riaffiorano sogni e desideri, emozioni e vissuti che solo quei luoghi possono raccontare e che se lasciamo il cuore in ascolto e tendiamo lo sguardo oltre ciò che vediamo, diventano realtà, diventano memoria riemersa, diventano appartenenza e vita.